Ester se ne stava distesa al secondo piano.
L’artrite non la lasciava in pace un attimo costringendola inferma a letto. Suo marito che lavorava nello scantinato del loro cottage a New york, non riusciva a stare tranquillo. Purtroppo gli affari della loro fabbrica di candele non andavano bene. Non potevano permettersi qualcuno che desse assistenza ad Ester e lui non poteva certo fare avanti indietro per le scale.
Ma se Ester avesse avuto bisogno di lui? Se voleva un bicchier d’acqua o se si fosse sentita sola e avesse avuto bisogno di parlare un po’.
Già… parlare a distanza, essere lontani e riuscire a comunicare, trasmettere la voce perché la voce riesce a trasmettere immediatamente le emozioni. E’ una sua vecchia ossessione questa. Ne parlava spesso quando a casa sua e nella sua fabbrica di candele aveva ospitato e fatto lavorare l’esule e patriota come lui, Giuseppe Garibaldi.
Gli tornano in mente i primi esperimenti fatti al Teatro La Pergola di Firenze, dove conobbe Ester, quando lui macchinista, cercava di comunicare da un capo all’altro del sipario; o si ricorda dei tubi vuoti nel Gran Teatro a L’Avana in cui faceva passare la voce comunicando da dietro le quinte col regista che stava davanti al palco.
Per anni si dedica a questo progetto, ossessionato nella sua ricerca. Sua moglie sarebbe rimasta inferma fino alla morte e lui voleva starle sempre accanto. Si interessa all’elettricità e sostituisce i tubi vuoti con cavi elettrici di rame, prova smonta e rifa oltre trenta modelli. Poi trova quello funzionante: una bobina elettrica, una scatola di metallo di sapone, un diaframma di metallo e due cornette.
Antonio Santi Meucci, da San Frediano Firenze aveva finalmente inventato il Telefono.
Il 28 dicembre 1871 Meucci depositò presso l’Ufficio Brevetti statunitense, a Washington, il caveat n. 3335 dal titolo “Sound Telegraph” in cui descriveva la sua invenzione. Lui lo chiamava Telettrofo. Purtroppo la sua situazione economica non gli permetteva di spendere i 270 dollari per depositare un brevetto regolare. La fabbrica di candele era fallita e lui andava avanti a forza di prestiti. Riesce solo a depositare un brevetto temporaneo da venti dollari e ogni anno deve rinnovarlo con dieci dollari.
Comincia a cercare soldi e inizia proprio dall’Italia, dai suoi amici patrioti, ma l’invenzione non viene capita e i soldi non arrivano. Allora comincia a cercarli in America. Porta i suoi disegni al Vice Presidente Mr. Edward B. Grant dell’American District Telegraph Co. di New York. Dopo due anni in cui Grant con varie scuse tergiversava rimandando la decisione, l’orgoglioso Meucci glieli richiede indietro. Ma i disegni, dicono, sono stati persi.
Un altro anno passa e deve di nuovo pagare il rinnovo, ma Meucci i dieci dollari stavolta proprio non ce li ha.
Casualmente appena scaduto il brevetto temporaneo lo scozzese Alexandre Graham Bell presentò il brevetto di un Telegrafo Sonoro, che lui chiamerà Telefono. I principi però erano i medesimi dell’apparecchio di Meucci.
Sempre casualmente Alexandre Bell era stato, negli anni precedenti, consulente proprio alla District Telegraph, dove i disegni di Meucci erano stati “persi”.
Scoperta la cosa il focoso Meucci intenta una causa contro Bell Telecom Company, che finirà su tutti i giornali dell’epoca.
Però non ce la fa contro la potenza economica e la schiera di avvocati di Bell, che da quando muore Meucci, nel 1889, fino al 2002 resta a tutti gli effetti il padre riconosciuto del Telefono.
L’11 giugno 2002, infatti, il Congresso degli Stati Uniti d’America proclamò come unico inventore del telefono Antonio Meucci.
L’unica grande rivoluzione tecnologica avvenuta dai tempi di Meucci ad oggi nella telefonia fissa è il VoIP.
Considerate che ancora oggi i principi con cui funzionano molti telefoni nel mondo sono gli stessi che Meucci utilizzò per parlare con sua moglie inferma nel 1800.
Al VoIP si arriva da due mondi ben distinti: da quello informatico, dai System Integrator, io amo definirli Spippolatori, quelli che hanno magari scoperto il VoIP tramite asterisk o versioni free, e che cercano un servizio informatico in più da fornire ai propri clienti, che studiano di notte la soluzione più efficace, che cercano e sviluppano.
Oppure al VoIP si arriva dal mondo della telefonia classica, dagli installatori telefonici, elettricisti e impiantisti. Io li chiamo Telefonari. Sono quelli che magari fino a un paio di anni fa avevano la licenza ministeriale per l’allaccio di apparecchiature elettriche alla rete. Da un paio di anni il patentino è stato abolito però queste aziende continuano a lavorare come hanno fatto per tanto tempo, magari con canoni di manutenzione esosi. Approdano al VoIP perché la casa madre del prodotto che installano produce un aggiornamento in IP o perché il figlio del titolare vuole rinnovare e metterci del suo.
Noi da sempre abbiamo come target i primi, gli Spippolatori e non riusciamo a sfondare coi secondi che sono ancorati alla loro tradizione.
Però il grosso mercato degli impianti telefonici è ancora in mano ai Telefonari. E’ impossibile avere dei dati certi ma la sensazione è che il VoIP occupi ancora una minima parte, dieci/venti per cento del mercato. In compenso sta “rubando” fette di mercato consistenti. E ci sono praterie di sviluppo e di crescita per gli anni a venire.
Per questo quando a volte sento qualificati operatori del settore che fanno capricci per un ordinativo IP perso che va ad un competitor mi viene sempre da pensare che il vero nemico del nostro mondo non sono gli altri provider o un altro produttore di centralini VoIP ma sono quelli che sono ancorati alla telefonia tradizionale che è grosso modo uguale a quella di Meucci e Bell. Compito nostro è quello di informatizzare, educare e innovare il paese e le aziende.
Anzi, conoscendo bene il carattere irrequieto e innovativo di questo nostro padre, sono convinto che oggi anche Antonio Santi Meucci da San Frediano Firenze starebbe spippolando sul VoIP.
– Simone Terreni –
Bibliografia: Il processo di Meucci contro Bell è riportato in uno sceneggiato televisivo in bianco e nero della Rai con Paolo Stoppa. SuperQuark ha dedicato uno speciale alla storia di Meucci utilizzando ampi brani di un altro sceneggiato Tv della Rai con Massimo Ghini. La storia narrata in questo post è inspirata a una puntata di Carlo Lucarelli di DeeGiallo.
[…] settore si sono intrecciati con i vari EXPO. 1876 EXPO di Philadelphia: Bell presenta il Telefono (Antonio Meucci) 1958 EXPO di Bruxelles: l’IBM presenta il 305 Ramac, il primo computer con disco rigido. 1962 […]
[…] la GENERAZIONE VOIP. Quella che al posto di far passare le chiamate in analogico come faceva Meucci lo fa attraverso l’Internet Protocol. In questo momento in Italia solo il 27% della telefonia […]