Nome e Cognome: Antonio Piccolo
Ragione Sociale: apStore.net
Da quanto sei Partner VoipVoice: 3 anni
In che zona operi: Calabria
Da quanto tempo fa VoIP: 5 anni
Di cosa aveva bisogno il cliente?
Il cliente è una struttura di riabilitazione estensiva per l’età adulta e l’età evolutiva.
L’esigenza maturata in questo periodo di emergenza COVID-19 era di raggiungere i propri utenti in modalità remota, al fine di garantire un sostegno psicologico e riabilitativo.
Il lock-down ha, infatti, aggravato le famiglie che affrontano la disabilità di ulteriori problematiche di vita quotidiana, date principalmente dalla chiusura dei servizi scolastici e dei servizi sanitari e socio-assistenziali, con la conseguente perdita delle competenze maturate sotto l’aspetto riabilitativo.
La sospensione delle terapie riabilitative, soprattutto per periodi così lunghi come quelli che l’emergenza corona virus fa prospettare, rischiava di aggravare la situazione dei tanti bambini presi in carico.
Quali tecnologie hai utilizzato?
Ho attivato una nuova numerazione in Cloud e un centralino virtuale 3CX, dotando gli operatori sanitari della struttura di un interno ciascuno per dar loro la possibilità di contattare i pazienti e le loro famiglie da un’unica numerazione, nonché la possibilità di organizzare dei meeting in maniera semplice. In questo modo, abbiamo dato la possibilità agli utenti finali di raggiungere i terapisti, gli psicologi, tramite un semplice link.
Quali servizi VoipVoice sono stati attivati?
E’ stata attivata una nuova numerazione con più canali in ingresso/uscita e un elevato numero di minuti di conversazione.
Il cliente che benefici ha ottenuto?
Lo Smart Working, come strumento di lavoro, ci ha permesso di superare l’isolamento sociale e al contempo rispondere ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie. Siamo riusciti a coniugare perfettamente le esigenze terapeutiche dei bambini e l’attuazione del distanziamento, nel rispetto delle disposizioni di legge necessarie per il contenimento dell’emergenza sanitaria.
Servizi come quelli offerti dalla struttura del cliente, ANMIC Riabilitazione, non possono permettersi di interrompere il servizio, ma si è rivelato necessario adattare gli interventi (logopedici, di psicomotricità, sostegno psicologico e sociale, ecc.) per garantire continuità anche in periodi emergenziali.
I servizi di sempre, con gli stessi professionisti, ma orientati a criteri di flessibilità ed innovazione, ed anche un pizzico di creatività che con i bambini non guasta mai!
Senza rinunciare alla qualità di un professionista specializzato che ti segua passo dopo passo, da casa, restando a casa.
Il cliente ha potuto continuare l’erogazione di una considerevole parte di trattamenti riabilitativi, avendo un maggiore coinvolgimento (e quindi, efficacia terapeutica) coinvolgendo direttamente i care-givers nella terapia mediata.
Si è potuto evitare, per una parte dei dipendenti, il ricorso ad ammortizzatori sociali, potendo continuare a espletare la propria professionalità con una nuova organizzazione semiautonoma.
I collaboratori sono stati investiti di una maggiore libertà, svincolandosi da orari statici, avendo come metro altri indicatori.
Ovviamente, il vantaggio più grande lo hanno avuto gli utenti, minori con patologie più o meno gravi, e le loro famiglie che hanno potuto beneficiare quasi integralmente dell’assistenza in cui avevano riferimento, soprattutto in questa fase dove ce n’è più bisogno.
La struttura aveva mai lavorato in modalità Smart Working?
No, ma alla luce di questa nuova esperienza, sperando in una metabolizzazione da parte delle Aziende Sanitarie Locali, l’auspicio è quello di integrare questa modalità di lavoro (e, di conseguenza, di assistenza) nei processi ordinari.
Cosa diresti a chi non conosce lo Smart Working?
Smart Working non è solo digitalizzazione e lavoro remoto: deve essere l’occasione per rivedere tutti i processi aziendali, valorizzando quelli più importanti (in questo, caso, la customer satisfaction) e tagliando i fardelli (controllo del personale) dati da una maggiore responsabilizzazione di tutti i membri dell’organizzazione. Un’altra piccola precisazione che forse qualcuno fraintende: lo smart working non si fa in pigiama.