Content is king

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VoipVoice parteciperà, dal 1 al 2 dicembre, al WPC, la più grande conferenza italiana sulle tecnologie Microsoft che si terrà a Milano presso il Centro Congressi Milanofiori. Saranno due giorni di full immersion tecnologica, con oltre 70 sessioni tenute dai migliori speaker italiani.

Per prepararci a questo appuntamento vogliamo oggi riproporre proprio un famoso articolo di Bill Gates, il creatore di Microsoft e grande filantropo, che nel 1996 pronunciò la famosa frase: “Content is king“, il contenuto è re, che spesso oggi è alla base del marketing moderno. In questo profetico articolo, di cui consigliamo a tutti la lettura, già venti anni fa Bill Gates tracciava il futuro di Internet e quelle che sarebbero diventate le immense opportunità che questo mezzo poteva riservare a ciascuno di noi.
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“Il contenuto è il re” – Bill Gates 03/01/1996

“Il contenuto è dove mi aspetto che verranno fatti più soldi su Internet, proprio come accadeva nelle trasmissioni radiotelevisive.

La rivoluzione televisiva, che ha avuto inizio mezzo secolo fa, ha generato un certo numero di settori, tra cui quello della produzione di televisori, ma a lungo termine sono stati premiati coloro che hanno utilizzato il mezzo per fornire informazione e intrattenimento.

Quando si tratta di una rete interattiva come Internet, la definizione di “contenuto” diventa molto ampia. Per esempio, i software per computer sono una forma di contenuto di estrema importanza; quella che per Microsoft rimarrà di gran lunga la più importante.

Ma le opportunità più ampie, per la maggior parte delle aziende, riguardano la fornitura di informazioni o intrattenimento. Nessuna azienda è troppo piccola per partecipare.

Una delle cose interessanti di Internet è che chiunque, con un PC e un modem, può pubblicare qualunque tipo di contenuto. In un certo senso, Internet è l’equivalente multimediale della fotocopiatrice. Permette di duplicare materiale a basso costo, a prescindere dalla dimensione del pubblico.

Internet permette anche di divulgare informazioni in tutto il mondo a costo zero, o quasi, per l’editore. Le opportunità sono notevoli, e molte aziende stanno gettando le basi per la creazione di contenuti per Internet.

Ad esempio, la rete televisiva NBC e Microsoft hanno recentemente deciso di entrare, insieme, nel business interattivo delle news. Le nostre aziende, congiuntamente, daranno vita a una rete di notizie via cavo, MSNBC, e a un servizio di news interattive su Internet. NBC manterrà il controllo editoriale della joint venture.

Mi aspetto che la società vedrà un’intensa concorrenza e tanto il fallimento quanto il successo clamorosi in tutte le categorie di contenuti, non solo software e notizie, ma anche giochi, intrattenimento, programmi sportivi, directory, pubblicità e comunità online dedicate agli interessi più diffusi.

Le riviste cartacee hanno i propri lettori, che condividono interessi comuni. È facile immaginare queste comunità servite da edizioni elettroniche online.

Ma per avere successo online, una rivista non può semplicemente prendere i contenuti stampati e spostarli nel mondo elettronico. I contenuti stampati non hanno abbastanza profondità o interattività per riuscire a superare gli inconvenienti del mezzo online.

Se alle persone viene richiesto di accendere il computer per leggere su uno schermo, allora devono essere ricompensate con informazioni approfondite e aggiornate, che possono esplorare a piacere. Hanno bisogno di avere l’audio e, magari, pure dei video. Hanno bisogno di un’opportunità per il coinvolgimento personale che va ben al di là di quella offerta dall’editoriale di una rivista.

Una domanda che molti hanno in mente è quanto spesso una medesima compagnia, che serve un gruppo di interesse in stampa, riuscirà a ottenere gli stessi risultati col servizio online. Anche il futuro di alcune riviste cartacee è messo in discussione da Internet.

Per esempio, Internet sta già rivoluzionando lo scambio di informazioni scientifiche specializzate. Le riviste scientifiche cartacee tendono ad avere piccole tirature, il che le rende costose. Le biblioteche universitarie rappresentano una grande parte del mercato nonché un modo goffo, lento e dispendioso per distribuire informazioni a un pubblico specializzato. D’altro canto non si è trovata un’alternativa valida…

Ora, alcuni ricercatori stanno iniziando a utilizzare Internet per pubblicare i risultati scientifici. Questa è la sfida concreta che in futuro si troveranno ad affrontare alcune venerande riviste cartacee.

Nel corso del tempo, la quantità di informazioni su Internet diventerà enorme, e questo lo renderà irresistibile. Anche se oggi la corsa all’oro è principalmente confinata agli Stati Uniti, mi aspetto si estenderà nel resto del mondo con la diminuzione dei costi di comunicazione e la presenza di una massa critica di contenuti localizzati in diversi paesi.

Affinché Internet prosperi, i fornitori di contenuti devono essere pagati per il loro lavoro. Le prospettive a lungo termine sono buone, ma nel breve termine credo arriveranno un sacco di delusioni, poiché le aziende di contenuti lotteranno per far soldi attraverso pubblicità o abbonamenti. Questo ancora non funziona e potrebbe non funzionare per un po’.

Finora, almeno, la maggior parte dei soldi e lo sforzo profuso nella pubblicazione interattiva sono poco più che un atto d’amore, o uno sforzo per contribuire a promuovere i prodotti venduti nel settore non-elettronico. Spesso questi sforzi si basano sulla convinzione che nel tempo qualcuno riuscirà a capire come trarne profitto.

Nel lungo periodo, la pubblicità promette bene. Un vantaggio della pubblicità interattiva è che un messaggio iniziale deve solo attirare l’attenzione, piuttosto che trasmettere molte informazioni. Un utente può fare clic su un annuncio per ottenere maggiori dettagli, e un inserzionista può misurare se le persone lo stanno facendo.

Oggi, però, l’ammontare dei ricavi di sottoscrizione o di introiti pubblicitari realizzati su Internet è vicina allo zero, forse pari a 20 milioni o 30 milioni di dollari nel complesso. Gli inserzionisti sono sempre un po’ riluttanti di fronte a un nuovo mezzo di comunicazione, e Internet è certamente nuovo e diverso.

Una certa riluttanza da parte degli inserzionisti può essere giustificata, in quanto molti utenti di Internet sono tutt’altro che entusiasti di vedere la pubblicità. Uno dei motivi, è che molti inserzionisti utilizzano immagini grandi che richiedono parecchio tempo per essere caricate attraverso una connessione telefonica dial-up. Un annuncio pubblicitario su una rivista occupa molto spazio, ma un lettore può voltare rapidamente una pagina stampata.

Quando le connessioni a Internet diventeranno più veloci, il fastidio di attendere il caricamente di un annuncio diminuirà, fino a scomparire. Ma ci vorrà ancora qualche anno.

Alcune aziende di contenuti stanno facendo delle prove con degli abbonamenti, spesso facendo leva su contenuti gratuiti. Questa tattica è comunque rischiosa perché, non appena le persone sottoscrivono un abbonamento, il numero di utenti che visita il sito si riduce drasticamente, diminuendo di conseguenza la proposta di valore per gli inserzionisti.

Uno dei motivi principali per cui i contenuti a pagamento non funzionano molto bene è che non è pratico addebitare piccoli importi. Il disturbo e la scocciatura di pagare con carta di credito fanno sì che il costo sia più alto del normale.

Nel giro di un anno i meccanismi saranno affinati e i content provider potranno richiedere solo pochi spicci per le loro informazioni. Se si deciderà di visitare una pagina che costa un centesimo, non bisognerà compilare o ricevere un contratto via e-mail per un solo nichelino. Basterà cliccare sul contenuto desiderato, sapendo che l’addebito avverrà sommando più operazioni.

Questa tecnologia libererà gli editori dal peso di piccoli addebiti, nella speranza di attirare un vasto pubblico.

Chi ci riuscirà, darà una marcia in più a Internet, sia come mercato di idee, esperienze e prodotti sia come mercato di contenuti.”

Nessuna azienda è troppo piccola per partecipare, dice Bill Gates.
Anche noi di VoipVoice ci proviamo.

 

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