Il 14 aprile del 2010 il vulcano islandese Eyjafjöll eruttò.
Nessuno fino ad allora aveva mai sentito il suo nome. E anche dopo imparare a pronunciarlo fu molto complicato per i giornalisti. Gli effetti della sua eruzione però rimasero a lungo impressi nella memoria comune, soprattutto tra i viaggiatori che abitualmente prendevano l’aereo.
La nube di cenere che uscì da quella eruzione paralizzò completamente il traffico aereo di tutto il Nord Europa fino al 23 aprile, causando la cancellazione di migliaia di voli. Obama e la Merkel non potettero partecipare ai funerali del presidente polacco Kaczynski, le scuderie della Formula 1 rimasero bloccate a Shangai dopo il Gran Premio della Cina e il Barcellona andò a giocare la semifinale della Champions League contro l’Inter a Milano in pullman, in un viaggio interminabile di 14 ore.
Le compagnie aeree dice che abbiano perso 200 milioni di euro al giorno e l’Europa per nove giorni fece un balzo indietro nel tempo di decine d’anni quando gli aerei di linea non erano ancora i padroni dei cieli.
Gli uomini d’affari per ovviare ai mancati viaggi e per non perdere importanti meeting cercarono una soluzione tecnologica a questo blocco provocato da un vulcano islandese impronunciabile. Per tanto tempo si era parlato dei possibili benefici di una tecnologia chiamata Videoconferenza e tutto adun tratto la gentaglia di business si precipitò ad acquistarla! Così se non si poteva prendere un aereo si poteva però fare un appuntamento virtuale attraverso internet, una sorta di video chiamata dove ci si poteva ugualmente vedere in faccia, parlarsi e prendere accordi e fare affari. Non serviva nessun aereo.
I più tecnologici scoprirono addirittura una tecnologia che andava oltre la Videoconferenza: le Unified Communications & Collaboration, le cosiddette UCC. Non solo ci si poteva videochiamare, ma si potevano condividere sullo schermo dei documenti come relazioni e presentazioni, fare riunioni virtuali ognuno comodamente seduto alla propria scrivania in nazioni e città diverse, tenere dei Webinar in modalità corso col docente a centinaia di chilometri. Vennero venduti tantissimi prodotti di questo tipo, i fatturati crebbero come non mai e la fantascienza vista in tanti film sembrava finalmente essere scesa sulla terra. Tutto grazie a un vulcano islandese dal nome impronunciabile.
L’Eyjafjöll continuò a fare il birbone fino al 9 maggio del 2010, facendo chiudere ogni tanto gli spazi aerei nord europei. Poi si quietò e da allora ha rigato dritto. Gli uomini di affari hanno ricominciato a viaggiare, a fare riunioni e conferenze dal vivo, hanno pressoché dimenticato le UCC e felici e contenti sui loro aerei contribuiscono ogni giorno ad immettere nell’atmosfera la propria parte di CO2 quotidiana. Sì perché la parte più consistente dell’inquinamento che sta contribuendo ad innalzare la temperatura terrestre è dovuto proprio al traffico aereo. Cosa fareste se vi dicessero che limitando i vostri viaggi limitereste anche l’inquinamento globale?
In questi giorni il tema dell’ambiente e dell’ecologia è tornato alla ribalta grazie ai ragazzi di tutto il mondo che sono scesi in piazza. I giovani sostengono che il nostro pianeta è in pericolo e che se non facciamo qualcosa ora nel 2019, poi nel 2030 sarà troppo tardi.
I trattati ci sono già e basterebbe applicarli.
Ma quello che occorre è anche un cambio di mentalità da parte di tutti.
Un cambio culturale.
Perché anche la tecnologia c’è già e basterebbe adottarla.
Energie da fonti rinnovabili, auto elettriche, prodotti a km zero.
Sono molte le soluzioni che potrebbero aiutare il nostro pianeta a una maggiore sostenibilità.
Una di queste soluzioni sono proprio il VoIP e le UCC!
Da sempre noi di VoipVoice crediamo che il VoIP sia GREEN.
Ecco alcuni semplici esempi di come queste tecnologie possono contribuire a salvare concretamente il nostro pianeta:
- Il Telelavoro o lo Smart Working, che anche se sono due concetti diversi, permettono di poter lavorare da remoto. Con le soluzioni Cloud, un Centralino virtuale, il VoIP, un PC portatile e una cuffia è possibile lavorare da casa o da luoghi, come Coworking o caffè, non provocando nessuna immissione di CO2 per raggiungere con l’auto il luogo di lavoro.
- Le Videochiamate su IP permettono di evitare dei lunghi viaggi per incontrare clienti, partner o possibili nuove collaborazioni non contribuendo all’uso di auto o aerei.
- Le Riunioni Virtuali, la seconda C (la Collaboration) delle UCC, permettono di fare delle riunioni, settimanali e mensili, con collaboratori lontani o all’estero senza l’uso dell’auto o dell’aereo.
- I Webinar sono dei veri corsi on line da remoto che permettono la formazione a distanza senza avere la necessità di spostarsi in aule lontane, ma condividendo le slides e il volto e la voce del docente. Fare o seguire un corso rimanendo comodamente seduti alla propria scrivania oggi è semplicissimo.
- Il Voice over IP (VoIP) stesso riduce le infrastrutture e il cablaggio della telefonia tradizionale utilizzando i collegamenti ethernet già esistenti. I Centralini IP (IPPBX) in cloud riducono l’hardware da smaltire al termine della vita tecnologica del prodotto. La digitalizzazione delle linee su tutto il territorio permettono una riduzione dei materiali e una maggiore efficienza delle centrali
Anche le Telecomunicazioni, anche il VoIP, possono contribuire alla cosiddetta Informatica Verde (dall’inglese “Green Computing” o Green IT), cioè un’informatica ecologicamente sostenibile. La Green IT si pone un duplice obiettivo: il raggiungimento di un tornaconto economico e di buone prestazioni tecnologiche, rispettando le nostre responsabilità sociali ed etiche. Quindi comprende la sostenibilità ambientale, l’efficienza energetica, il costo totale di proprietà, che include a sua volta anche il costo di smaltimento e riciclaggio.
È giunto il momento di cominciare ad usare queste tecnologie, ad investire su di esse, a fare un cambio culturale di mentalità e non dover aspettare nuovamente che un vulcano islandese dal nome impronunciabile, con la sua nube di cenere, blocchi nuovamente i nostri cieli o che l’aumento della temperatura terrestre non ci faccia capire che è già troppo tardi e che, forse, sarebbe stato meglio cominciare prima.
A cura di Simone Terreni, Managing Director VoipVoice