Uno su 260mila. Non è facile fare la differenza. Ma lui, veterano nel settore delle telecomunicazioni, ha girato tutta l’esperienza maturata negli anni a suo favore, ricoprendo con successo, oggi, un ruolo che invece la differenza la fa. Eccome. Stringiamo la mano a Dario Roncelli e lo invitiamo a mettersi comodo…Di viaggi ne ha fatti tanti e continua a farne: questo, per raccontarci un po’ di se, è appena iniziato. Biglietto staccato. Si parte!
Dario, raccontaci come sei approdato al mondo dell’ICT…
Ho studiato telecomunicazioni e sono sempre rimasto nel settore. Dopo gli studi e dopo il diploma di perito in telecomunicazioni infatti ho iniziato a lavorare in ambito commerciale per la vendita di strumenti di misura. Nel ’94 ho fatto il mio ingresso nell’ICT.
Quale è stato il percorso che ti ha portato in Panasonic? Da dove sei partito?
Dopo diversi anni di gavetta, tra tappe più o meno brevi e significative, è arrivato il 2007 e con lui il mio approdo in casa Panasonic. L’occasione occupazionale nel ramo commerciale è capitata per caso, senza cercarla. Tramite conoscenze; non avevo un’idea precisa di futuro in quel momento e così ho iniziato, e mi è piaciuto!
Quali erano le tue aspirazioni? Se non in questo settore, in che ruolo ti saresti immaginato?
Le idee chiare non le ho neppure adesso a 46 anni, figuriamoci da piccolo. Escluso il sogno del calciatore -non ho mai avuto interesse per il pallone- messo da parte quello di astronauta o di pilota di rally (sorride) mi è rimasta la grande passione per i viaggi. Ho sempre viaggiato fin da bambino coi miei genitori vivendo esperienze uniche; questo aspetto me lo sono ritrovato, anni dopo, nel lavoro perchè fare attività commerciale ti porta inevitabilmente a spostarti. Non ho mai pensato di fare qualcosa di diverso. Certo, il grande amore per la fotografia, soprattutto quella naturalistica, mi ha fatto immaginare una volta fotoreporter, quella dopo fotografo di architettura, o addirittura di design. Ma per i troppi impegni ho dovuto abbandonare rullino e cavalletto, salvo poi riprendere in mano l’apparecchio un paio di anni fa.
Di cosa ti occupi esattamente?
Lo scopro ogni giorno, quando entro in ufficio. Durante il tragitto casa- scrivania ho degli schemi, dei programmi in testa che riesco a seguire solo nel pomeriggio inoltrato. Il job title sarebbe “Sales Manager della divisione PBX di Panasonic Italia“. La mia però non è solo un’attività legata alle vendite: seguo tutta la parte dei centralini telefonici, mi occupo dell’introduzione dei prodotti sul mercato, sono anche l’interfaccia tra l’Italia e i referenti europei. Curo i rapporti coi clienti che sono distributori e installatori telefonici e mi confronto con i colleghi in ambito europeo per uno scambio di informazioni costante sulla gestione del prodotto. Inoltre, seguo gli agenti dislocati sul territorio. Il mio lavoro implica spostamenti e contatti con le persone, non potevo chiedere di meglio. E’ come mettersi in gioco ogni volta.
Raccontaci un aneddoto legato al tuo lavoro in Panasonic…
Mi è capitato un episodio divertente di recente. Ho ricevuto la telefonata di un installatore tramite il centralino, che non sapeva chi fossi. Cercava informazioni sulla linea di prodotti raccontandomi di aver seguito la presentazione di una persona molto in gamba, competente e professionale. Voleva parlarci…e ci stava già parlando senza saperlo. Quella persona ero io. Non vi dico l’imbarazzo dietro la cornetta, misto ovviamente alla mia soddisfazione personale…
I punti forti della tua azienda?
La completezza delle soluzioni offerte. Panasonic contrariamente a quello che si pensa per l’ 80% è orientato su prodotti Business e non Consumer. Abbiamo un’offerta completa per le aziende, dalla videosorveglianza ai monitor, ai pc, agli scanner, alle stampanti.
Quando e dove è nata Panasonic? E dove opera?
Panasonic si occupa di elettronica a livello di Consumer e di prodotti sviluppati per le aziende. E’ nata nel 1918 in Giappone cominciando… dalle lampadine per le biciclette! Il fondatore, sua moglie e suo cognato hanno tirato su un impero che oggi conta sul lavoro di 260mila dipendenti sparsi in tutto il mondo, con filiali di vendita e produzione in tutti i Continenti.
I pro e i contro di far parte di un marchio così importante nel panorama mondiale dell’informatica e della tecnologia.
Essendo una società multinazionale così grande, l’aspetto negativo è che necessariamente la struttura deve essere burocratica, i processi che devono essere seguiti dal punto di vista commerciale e di produzione sono vincolanti, non c’è molto spazio di manovra. E’ una conseguenza della dimensione dell’azienda. Il vantaggio invece è sicuramente il brand conosciuto in tutto il mondo. Non ha bisogno di un biglietto da visita, basta pronunciare la parola magica…chi non ha avuto un prodotto Panasonic?
Quali sono le prossime novità che confermeranno la vostra posizione nel mercato? E quelle che presenterete al Roadshow Pbx Panasonic in partenza il 15 novembre da Milano?
Con il tour presenteremo la nuova famiglia di prodotti NSX , in ambito Enterprise: piattaforme telefoniche piuttosto ampie come funzionalità e capacità. Questo è il primo obiettivo. Poi ci sarà anche il lancio di un centralino più piccolo, l’ HTS, che ha funzionalità più semplici rivolte all’ambiente di Small Business.
E i prossimi eventi in programma?
Il Roadshow è il nostro tour istituzionale, lo facciamo tutti gli anni, le attività però non si fermano qui. Faremo eventi con i nostri distributori ma è ancora tutto da sviluppare. Nel corso degli ultimi anni comunque abbiamo sempre proposto novità, una ricerca continua e costante per lo sviluppo del prodotto. Basti pensare che io in 9 anni in Panasonic ho assistito all’introduzione di ben 5 nuove serie di prodotti in ambito Hardware.
Un salto avanti nel futuro. Cosa succederà nei prossimi cinque anni nell’ICT?
Ci sarà un cambio tecnologico, la proposta si sposterà sempre più sul servizio orientandosi verso il Cloud. In poche parole, ad una diminuzione delle vendita di Hardware corrisponderà la crescita della vendita dei servizi.
Avete concretizzato da poco la certificazione con VoipVoice, qual è la spinta che vi porta ad avere questa visione nel VoIP?
E’ stato proprio questo cambiamento. Dobbiamo necessariamente proporre la nuova tecnologia, il VoIP permette di sviluppare determinati servizi su piattaforme telefoniche. Andare verso il mercato VoIP è stato un passo necessario, è una tecnologia in piena evoluzione.
Salutiamo Dario, lo ringraziamo e gli diamo appuntamento alla prima delle 4 tappe del Roadshow PBX Panasonic. Da Milano a Roma passando per Siena e Rimini, ogni occasione sarà buona per approfondire le tematiche inerenti al VoIP, e per presentare la nuova certificazione VoipVoice – Panasonic. Next Stop? Dopo l’Italia, ancora Germania.
Di seguito le date del tour e i link alla pagina di invito:
15 novembre Milano – https://goo.gl/lOmrVH
17 novembre Siena – https://goo.gl/hKjBnj
18 novembre Rimini – https://goo.gl/JRHZMf
25 novembre Roma – https://goo.gl/Ey8hnZ
-Intervista a cura di Ylenia Cecchetti–
Una parentesi sulla scelta della canzone è d’obbligo vista la componente affettiva. “I Toto – confessa a fine intervista Dario– sono un gruppo americano che ho ascoltato per la prima volta all’età di 12 anni. Li ascolto sempre, mi hanno accompagnato dalle scuole medie a oggi. Il loro è stato il primo concerto live sentito in vita mia. A Milano…chi se lo scorda”.