L’Italia sta reagendo e nuovi mercati, che qualche anno fa non riscuotevano grande successo, adesso offrono nuove opportunità.
E’ proprio così, ed è con questa riflessione che abbiamo voluto intervistare un uomo che in Italia rappresenta una delle più grandi organizzazioni fieristiche che porta avanti il concetto di innovazione e opportunità. Sto parlando di Pierantonio Macola, AD di SMAU.
Con la partecipazione al Roadshow 2015 abbiamo avuto modo di conoscerlo meglio e di capire il suo punto di vista; personalmente lo condivido a pieno, ma scopriamolo insieme!
Partirei con la prima domanda chiedendoti da dove nasce l’idea di SMAU e qual è la caratteristica che lo ha portato al successo nel corso degli anni?
Smau nasce nel 1964 con l’acronimo di Salone Macchine Attrezzature Ufficio: un’impronta decisamente business, già dalle sue origini, che si è confermata la formula vincente per accompagnare le diverse rivoluzioni nel nostro modo di lavorare: dalla macchina da scrivere al PC fino ad arrivare, oggi, al cloud computing, all’internet delle cose e ai sistemi di collaborazione e comunicazione avanzati che stanno guidando la digital transformation nelle imprese.
Ti conosciamo come promotore fieristico in ambito ICT, ma qual è stato il tuo percorso personale e professionale che ti ha portato oggi a essere AD di SMAU?
La mia avventura alla guida di Smau inizia nel 2008, anno in cui accettai la sfida di portare lo storico evento milanese dedicato all’innovazione in giro per l’Italia: una scommessa importante, supportata da un bagaglio di esperienze derivanti da un evento che ho organizzato per diversi anni, Webbit: un vero e proprio hackmeeting che si svolgeva a Padova e rappresentava il punto di incontro della tribù digitale dei primi anni del terzo millennio. Oggi molti dei protagonisti di quell’evento sono i nostri relatori più seguiti nelle tappe del Roadshow Smau.
In questi ultimi anni abbiamo notato che SMAU porta un forte messaggio dando importanza al fenomeno delle StartUp. Ma in questa fase che ruolo hanno nella rinascita delle imprese italiane?
Il lavoro che Smau sta svolgendo negli ultimi anni è proprio orientato a far comprendere come le startup, e relativo ecosistema di incubatori e acceleratori, possono diventare il reparto di ricerca e sviluppo esterno a cui le imprese possono affidarsi per sviluppare nuovi prodotti e servizi e, quindi competere sui mercati. La nuova normativa sulle startup nata due anni fa va proprio in questa direzione, per cui il compito di Smau è quello di favorire l’incontro tra questi due mondi creando occasioni di networking e di contaminazione. Si chiama ‘Open Innovation’
Sono anni che osservi da un punto di vista privilegiato la crescita di molte aziende nel settore ICT presenti in Italia, che idea Ti sei fatto nell’approccio al mercato di questi protagonisti?
In un Paese in cui il sistema produttivo è rappresentato al 90% da PMI, sono convinto che il ruolo dei business partner italiani delle grandi multinazionali del settore ICT sia fondamentale. Sono loro che sanno interpretare al meglio le esigenze del mercato e cucire gli “abiti su misura” per le nostre imprese. A loro spetta un compito importante: quello di guidare la digital transformation nelle aziende della domanda. Un processo che vedrà sempre più coinvolte le diverse funzioni aziendali- non solo quindi gli IT manager- e che porterà ad una trasformazione di tutte le dimensioni del business per renderlo più competitivo e più aderente alle aspettative del proprio mercato grazie alle moderne tecnologie digitali. Le imprese del digital si trovano di fronte ad una grande occasione che devono saper cogliere per essere protagonisti di questo cambiamento.
Negli ultimi anni abbiamo visto una forte evoluzione con SMAU, con molte tappe nel territorio nazionale toccando anche addirittura una EU con Berlino. Vedendo questa evoluzione ci viene da chiederti quali altre novità future ha in serbo l’organizzazione SMAU?
La tappa di Berlino è stata un’esperienza molto importante che ci ha permesso di valorizzare l’innovazione dei territori a livello internazionale in un momento in cui il Made in Italy, grazie ad Expo, suscita un grande interesse e di accendere i riflettori sull’evento Milanese di ottobre, Smau Milano, che si terrà in contemporanea con l’Esposizione Universale e che sarà il più grande palcoscenico B2B dedicato all’innovazione proveniente da tutte le Regioni Italiane proprio attraverso gli Stati Generali dell’Innovazione Nazionale.
Un valore aggiunto che troviamo in SMAU sono gli workshop di professionisti di settore. Com’è nato l’interesse nel dare valore ai contenuti e quali sono quelli più gettonati?
Come ho detto prima i workshop nascono proprio dall’esperienza di Webbit, in cui la formazione gratuita, e la condivisione delle esperienze, attraverso brevi pillole informative a cura dei “guru” del settore era l’elemento di maggior valore per i partecipanti. Tuttora i nostri workshop mantengono inalterata la formula di condivisione della conoscenza: sono gratuiti, durano 50 minuti e forniscono un’infarinatura sul tema. Al termine dell’evento lo scambio dei contatti e la visita allo stand è fondamentale per approfondire quanto detto nel workshop. Le tematiche sono le più diverse, ma sicuramente i temi di maggior interesse oggi sono i bandi e finanziamenti alle imprese, il marketing digitale e i social media per il business e, dalla tappa di Smau Padova, appena conclusa, abbiamo registrato il tutto esaurito nei workshop in cui si parla di digital manufacturing: un tema che affronteremo per tutto il 2015.
Una Tua considerazione di quello che succederà nei prossimi cinque anni nell’ICT?
Uno dei fenomeni che sicuramente esploderà nei prossimi cinque anni è proprio quello di cui ho parlato prima: la Digital Transformation. Le imprese stanno affrontando un momento di grande cambiamento che prevede un miglioramento dell’efficienza operativa, della customer experience, dell’innovazione dei prodotti/servizi. Esso è sperimentato, deciso e gestito con consapevolezza dalla direzione aziendale e determinato dall’impiego di nuove tecnologie e servizi digitali e dallo sviluppo di nuove competenze digitali. Un altro fenomeno sempre più rilevante che riguarda il mondo dell’innovazione è quello dell’Open Innovation: per rispondere adeguatamente ai bisogni di innovazione, ricerca e sviluppo delle nostre imprese è necessario facilitare le relazioni dirette con i nuovi protagonisti di questo ambito: startup, acceleratori, centri di ricerca, incubatori, spazi di co-working, ecc. In particolare, le startup e il relativo ecosistema di riferimento non vanno considerati un ‘settore’ della nostra economia, ma dei potenti ‘agenti di innovazione’ a disposizione delle imprese esistenti; per molte imprese questo approccio è già una realtà (Technogym, ilGruppo RCS, Telecom Italia/TIM, ma anche molti attori veneti, tra cui, ad esempio Came) ora tocca anche alle altre poter cogliere questa occasione.
Infine, noi siamo un’azienda che si occupa prettamente di VoIP. Cosa ne pensi del VoIP e cos’è per te il VoIP?
Con la maggiore mobilità delle risorse all’interno delle imprese, la dislocazione in sedi differenti, la necessità di ridurre i costi interni di trasferta, le imprese hanno sempre più l’esigenza di tecnologie digitali che le supportino nell’attività di comunicazione sia interna che esterna. Il VoIP sicuramente giocherà un ruolo fondamentale per soddisfare queste nuove esigenze e, per questo, sarà una delle tecnologie protagoniste della Digital Transformation di cui ho accennato prima.
La Digital Trasformation. Una definizione evocata e sottolineata più volte da Pierantonio, come a farci intendere che oggi siamo pronti: le imprese italiane sentono l’esigenza di innovare i propri processi e trasformare quei metodi consolidati da cattive abitudini per far crescere la produttività.
Tu, come Noi, sei portatore di questo movimento. Allo stesso modo, le aziende, hanno sempre più bisogno di partner qualificati che sappiano guidare, con professionalità, verso la strada dell’innovazione. Quindi coraggio!
– Intervista a cura di Samuel Lo Gioco –